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Venosa è uno dei luoghi imperdibili della Basilicata per la sua storia, cultura e fascino mistico. Non a caso già in tempi remotissimi abitata e scelta per la sua posizione strategica su di un fertilissimo altopiano situato tra il fiume Ofanto in Puglia e il Bradano in Basilicata.

Non a caso fu scelto dai Romani come avamposto strategico per la conquista ed il controllo del territorio lucano e pugliese man mano che la loro sete di conquista li portava sempre più a sud nella penisola italica. I valorosi Romani, approfittando dei contrasti tra le popolazioni indigene locali, riescono a conquistarla nel 291 a. C. e chiamandola Venusia in onore della dea Venere e vi stabilirono un Municipium trasferendovi circa 20.000 coloni.

Il prestigio della città aumenta con la costruzione della Via Appia, la “Regina Viarum”, rendendo Venosa una città ricca e molto frequentata dai viaggiatori dell’impero che da Roma si spostavano per imbarcarsi nel Mediterraneo a Brindisi e viceversa, tanto che Venosa viene dotata di un grande anfiteatro, di diversi impianti termali e ricche domus.

Dopo una breve battuta di arresto per la caduta dell’Impero Romano, la città viene conquistata dai Longobardi che danno il via alla costruzione di un Episcopio innestandolo sull’antica zona abitata dai Romani e formato da diversi edifici tra cui una “Chiesa Martiriale”, ovvero una chiesa dove riposavano le spoglie e reliquie di santi, molto frequentata da pellegrini. I Longobardi lasciano il posto ai Normanni, discendenti degli antichi Vichinghi Scandinavi e valorosi guerrieri mercenari che saranno la chiave di volta di questa città.

I Normanni, ormai signori incontrastati della vicina Melfi, attraverso i loro piani di espansione e conquista del Suditalia, eleggono Venosa a capitale religiosa della loro famiglia con il progetto di crearvi un famedio. Iniziano i numerosi lavori di ristrutturazione e di ampliamento del complesso Episcopale, definito Chiesa Vecchia, al fine di ampliarla notevolmente per creare un’imponente “Chiesa Nuova” sullo stile delle grandi Cattedrali Gotiche francesi, loro terra di origine al fine di celebrare la loro potenza e gloria in eterno.

Tuttavia il progetto, per via di vari cambiamenti politici e sociali, tra cui il trasferimento della Capitale normanna dalla vicina Melfi a Palermo, viene interrotto lasciandoci però quello che è uno dei monumenti più emblematici, unici, affascinanti e spettacolari di tutto il Suditalia: l’Incompiuta.

Intuibile il perchè di questo nome ma proprio il fatto che la chiesa non sia stata terminata ci permette di visitare questo sito pervaso da un’atmosfera magica che si respira passeggiando nel complesso a cielo aperto. Altro particolare spettacolare è che il materiale da costruzione è stato semplicemente reperito in loco riciclando quello che la città romana adiacente metteva a disposizione, permettendoci di leggere su ogni pietra la storia della città.

Visitando anche l’antica ed originale “Chiesa Vecchia” è possibile ammirare antichi e preziosi affreschi, oltre a riconoscere visivamente e toccare i vari livelli di fondazione, le architetture ed i gusti dei vari popoli che l’hanno modificata, senza dimenticare lo scopo principale del luogo: osservare la tomba di famiglia dei Normanni, tra cui spicca quella di Roberto il Guiscardo, morto nel 1085 e sepolto con i suoi fratelli Drogone ed Umfredo che l’hanno preceduto.

Nello stesso complesso, poco prima di accedere all’Incompiuta, si cammina attraverso la ricchissima area archeologica tra i resti di domus romane e delle terme dove, oltre agli splendidi mosaici, si leggono ancora i vari ambienti tra cui il calidarium, il tiepidarium ed il frigidarium, oltre agli ambienti dove gli schiavi alimentavano le fornaci che riscaldavano acqua e aria a beneficio dei ricchi Romani.

Altra tappa fondamentale per ricostruire la storia di Venosa si trova a pochi minuti a piedi in pieno centro storico medioevale, dove spicca il campanile della Cattedrale di Sant’Andrea, costruita nel XV secolo in sostituzione a quella più antica dell’XI secolo. Anche questo monumento viene costruito con materiale di riciclio di epoca romana, materiali che in realtà sono visibile ovunque nelle facciate degli edifici che si incontrano nel centro storico e nelle fontane pubbliche, molte delle quali abbellite con imponenti leoni.

Proseguendo il giro e dirigendosi al lato opposto dell’Incompiuta, si giunge all’imponente castello Quattrocentesco in stile Aragonese con il profondo fossato ed i torrioni circolari, oggi sede del Museo Archeologico (recentemente riallestito con nuovi percorsi interattivi) che merita una visita per chiudere il cerchio storico partendo dalla preistoria e passando dai romani fino ai normanni, senza dimenticare che Venosa fu anche abitata da una potente e ricca comunità ebrea, testimoniata dalle numerose lapidi, iscrizioni e soprattutto dalle spettacolari catacombe, visitabili su prenotazione e raggiungibili in pochissimi minuti di auto ad una manciata di chilometri sulla collina che dall’Incompiuta digrada verso la valle sottostante.

E non si può terminare la visita di Venosa senza ricordare che questa si trova nella ricca zona vulcanica dell’antico vulcano Vulture che con le sue antiche eruzioni ha reso il terreno circostante fertile ed adatto alla coltivazione dell’Aglianico, il Re dei vini lucani, presente ovunque nel territorio, sia che si scelga di visitare una delle cantine o che si faccia una pausa in uno dei ristoranti.

 

Testo: Silvio Scocuzza – www.guidearoundmatera.it

Immagini:

Castello Aragonese – Di Generale Lee – Opera propria, CC BY-SA 3.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=4022983

Parco archeologico – Di Generale Lee – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4134933

Chiesa Incompiuta – Di D.N.R. – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3933290

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